Tre anni fa Domenico Modaffari consentiva l'illecito accesso agli atti all'imputato di 'ndrangheta Francesco Larocca 29/05/2019 Cade oggi l’anniversario (29.05.2019-29.05.2022) dell’illecito accesso agli atti, consentito dal sig. Domenico Modaffari, allora impiegato della REGIONE CALABRIA, dipartimento
agricoltura e forestazione, il quale in (violazione della legge sulla privacy-Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196) consentiva l'accesso ai faldoni dell'azienda agricola dei baroni Gallelli di Badolato (senza il loro consenso) all’imputato Francesco Larocca, già condannato in primo e secondo grado per estorsione proprio nei confronti dei baroni Gallelli di Badolato, nonché fratello del genero del Boss Gallelli-macineru (quest'ultimo attualmente detenuto per n'drangheta).
Grazie alla firma del Domenico Modaffari, il Larocca ha dunque ottenuto illecitamente la visione dei carteggi delle sue vittime, con richiesta del 19 dicembre 2018 e del 27 febbraio 2019. Nella copia di accesso agli atti si legge inoltre che i dipendenti Modaffari, Innocente e Curcio, scrivevano che la consegna delle pratiche da parte della signora Soluri è avvenuta senza essere accompagnata da un elenco di consegne, ma faldoni anonimi senza nessuna indicazione, e solo grazie alla caparbietà del sig. Catanzariti, che approfondendo la ricerca anche in archivio presso la fondazione TERINA, in data 8 febbraio 2019 veniva individuato il faldone Gallelli e si avviava la procedura di accesso agli atti, per accontentare l'imputato Francesco Larocca. Grazie alla collaborazione di codesti impiegati della Regione Calabria, l'imputato Francesco Larocca è riuscito quindi a mettere le mani su tutti i carteggi del faldone relativo alla storica azienda agricola dei baroni di Badolato, compresi i permessi e le concessioni relative ai pozzi d'acqua, alla piscina, ai contributi europei percepiti negli anni per le loro varie attività agricole, nonché tutti i carteggi e i progetti relativi al loro agriturismo sito a Badolato presso la tenuta di Pietranera. Dal detto faldone sarebbero poi spariti i disegni dei gabbioni in pietra sui quali nel 2007 è stata costruita e autorizzata a Badolato la sala dell'agriturismo della tenuta di Pietranera, di proprietà dei baroni Gallelli. Di fatto grazie alla collaborazione degli impiegati della Regione Calabria: Domenico Modaffari, Maria Innocente, Giorgio Piraino, Francesco Curcio, Catanzariti, e Soluri, ujn ‘imputato per estorsione ha potuto mettere le mani sui faldoni aziendali delle sue vittime, senza essere stati autorizzati dai baroni Gallelli di Badolato (proprietari dei faldoni in questione), e senza infine vigilare sull'integrità documentale dei detti faldoni riconsegnati dal Larocca dopo la loro visione.
Questi dipendenti regionali, fornivano dunque illecitamente al Francesco Larocca tutti gli strumenti per attaccare e danneggiare i baroni Gallelli di Badolato, dato che successivamente il Larocca venuto a conoscenza di codesti carteggi, si attivava con segnalazioni strumentali, esposti presso ARCEA, l'ASL, l'ASP, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Calabria, e altri enti, strumentalizzando dunque a suo uso e consumo la pubblica amministrazione contro i baroni di Badolato, come provano tutte le denunce che nei mesi successivi gli avvocati dei Gallelli di Badolato hanno depositato nelle opportune, sedi, legali, competenti, proprio nei confronti del sig. Francesco Larocca e altri membri riconducibili al clan Gallelli-macineju (rei di attuare un nuovo disegno criminoso che rientra nella tipica mentalità mafiosa della rappresaglia, a seguito delle condanne subite in primo grado dalla giustizia). Una brutta pagina della pubblica amministrazione calabrese, dato che è passato il messaggio che esponenti della mala vita organizzata, riescono illecitamente ad ottenere da impiegati della Pubblica Amministrazione i carteggi delle aziende delle loro vittime, al fine poi di perseguitarle.
Fonte: denuncia penale.