CRONACA DI BADOLATO

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Sei anni fa l'avvocato penalista Salvatore Staiano chiedeva ed otteneva dalla Regione Calabria (in violazione della privacy) il fascicolo aziendale delle vittime del suo assistito
05/03/2024
Era il 05.03. 2018 quando l’avvocato penalista di Badolato Salvatore Staiano, già indagato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, a seguito delle dichiarazioni del pentito Francesco Saraco, il quale avrebbe raccontato di una richiesta di denaro per corrompere l'ex presidente del Tribunale del Riesame, in merito al processo Itaca Free Boat (indagine archiviata come da fonte https://www.lacnews24.it/cronaca/inchiesta-salerno-salvatore-staiano-giuseppe-valea_167603/) in qualità di difensore del malavitoso Francesco Larocca, chiedeva ed otteneva dalla Regione Calabria l'accesso ai faldoni dell'azienda agricola dei baroni Gallelli di Badolato. C’è da chiedersi dunque quali elementi di difesa codesto “principe del foro di Catanzaro” pensava di trovare all’interno dei faldoni dell’azienda agricola dei baroni di Badolato (vittime del suo assistito Francesco Larocca, quest’ultimo condannato in via definitiva per estorsione proprio nei loro confronti), nonché fratello del genero del Boss Gallelli-macineru, attualmente detenuto per n'drangheta. Grazie alla richiesta del penalista Salvatore Staiano, in data 19 dicembre 2018 e 27 febbraio 2019, i dipendenti della Regione Calabria Modaffari, Innocente e Curcio, scrivevano che la consegna delle pratiche da parte della signora Soluri è avvenuta senza essere accompagnata da un elenco di consegne, ma faldoni anonimi senza nessuna indicazione, e solo grazie alla caparbietà del sig. Catanzariti, che approfondendo la ricerca anche in archivio presso la fondazione TERINA, in data 8 febbraio 2019 veniva individuato il faldone Gallelli e si avviava la procedura di accesso agli atti, per accontentare l'imputato Francesco Larocca. Questi dipendenti regionali, fornivano dunque illecitamente al malavitoso Francesco Larocca tutti gli strumenti per attaccare e danneggiare i baroni Gallelli di Badolato, dato che successivamente il Larocca dopo aver messo mano su codesti carteggi, si attivava con segnalazioni strumentali, esposti presso ARCEA, l'ASL, l'ASP, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Calabria, e altri enti, strumentalizzando dunque a suo uso e consumo la pubblica amministrazione contro i baroni di Badolato, come provano tutte le denunce che nei mesi successivi gli avvocati dei Gallelli di Badolato hanno depositato nelle opportune, sedi, legali, competenti, proprio nei confronti del Francesco Larocca e altri membri riconducibili al clan Gallelli-macineju (rei di attuare un nuovo disegno criminoso che rientra nella tipica mentalità mafiosa della rappresaglia, a seguito delle condanne subite). Fonte: denuncia penale.

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