In ricordo della figura di papa Giovanni -X Cenci 28/05/2021 Come ogni 27 maggio di ogni anno, dal 2007 viene ricordato nella cappella di Sant’Anna dei Parafrenieri a castello Gallelli, papa Giovanni X Cenci (Tossignano, 860 circa – Roma, 929). Membro della nobile casata Cenci (antenato quindi in linea materna dell’attuale baronessa Isabella Corsi di Turri e Moggio, che il 09.06.2007 ha sposato il barone Ettore Gallelli di Badolato). E’ stato il 122º papa della Chiesa cattolica dal marzo 914 al 27 maggio 928.
Tra fine marzo e inizio aprile del 914 Giovanni salì al Soglio pontificio, e nonostante l'appoggio dei nobili romani, Giovanni X non fu un pontefice fantoccio, ma anzi, fu l'ultimo papa a far valere il suo potere anche sulla nobiltà romana, prima di una lunga serie di pontefici "cortigiani". Giovanni fu infatti un convinto sostenitore della necessità che l'autorità spirituale (il papa) e quella temporale (l'imperatore) si potessero sostenere reciprocamente contro l'anarchia feudale che dilagava nell'Europa del IX secolo, e quindi anche nel Regnum Italicum. La sua posizione si riscontra in una serie di epistole indirizzate a Berengario I del Friuli:
«Nelle lettere quinta e sesta, dirette l'una allo stesso Berengario [del Friuli]), l'altra ai vescovi Adalberto di Bergamo ed Ardingo di Brescia, Giovanni (X), mentre lamenta le difficoltà di ogni genere in cui versava la sua Chiesa, espone una sua dottrina dei rapporti fra regno e sacerdozio, basata sulla separazione e sulla collaborazione, di là da ogni pretesa di subordinare il primo al secondo, che è la coerente risposta di un uomo di chiesa ai problemi connessi con la crisi di autorità che si era abbattuta sull'Europa occidentale dopo la fine dell'impero carolingio [...]»
(Arnaldi 1967). Una delle sue prime decisioni politiche fu quella di stringere un'alleanza con Alberico I, Marchese di Camerino, allora dominus del Ducato di Spoleto e dell'intera Italia centrale. Già forte dell'alleanza con l'aristocrazia romana, Giovanni portava così dalla sua parte anche uno dei nobili più potenti della Penisola.
Per affermare invece l'indipendenza della Santa Sede dall'aristocrazia romana, Giovanni volle ripristinare l'autorità imperiale. Formalmente il titolo apparteneva al provenzale Ludovico III (887-928), che però, sconfitto e accecato (da cui il soprannome di Ludovico il Cieco) da Berengario del Friuli (ca. 850-924) nel corso della guerra per la corona d'Italia, a causa della sua menomazione non era più in grado di mantenere la sua autorità sull'Italia e sulla Chiesa. Dall'888 Berengario cinse la corona d'Italia. Fu proprio al monarca italiano che il papa offrì la corona imperiale. Nonostante la sua posizione non fosse di primo piano, Berengario rappresentava l'unico feudatario italiano che avesse qualche pretesa valida al trono imperiale. Inoltre, a parere del Brezzi. la nomina imperiale di Berengario doveva essere, per il papa, l'espressione di un gioco di forze inteso a contrapporre le influenze politiche locali e spoletine con quella di un'autorità esterna a Roma. Invitato dunque a Roma, l'incoronazione dell'ormai sessantenne re d'Italia avvenne nei primi giorni di dicembre del 915 in San Pietro dopodiché Berengario rinnovò tutte le promesse di protezione e difesa da parte sua nei confronti della Chiesa.
Fonte:https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Giovanni_X