CRONACA DI BADOLATO

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Il latifondo dei baroni Gallelli di Badolato compie quattrocentotrenta anni (1589-2019)
13/08/2019
Compie quest’anno quattrocentotrenta anni il latifondo dei baroni Gallelli di Badolato. Il documento più antico che testimonia l’esistenza del latifondo già nel XVI secolo è del 1589. Da quella data, la tradizione per il culto della terra e il rispetto della natura, è stata portata avanti da ormai 11 generazioni di Gallelli, annoverando tra le più antiche d’Italia, quella che poi è diventata l’attuale azienda agricola dei baroni di Badolato estesa su una superficie totale oggi di 630 ettari. I fondi sono tutt'oggi siti nei comuni di Badolato, S. Caterina, Isca, S. Montepaone, e Catanzaro, sono in parte derivati dal feudo che la famiglia ha posseduto dal 25 novembre 1658 fino all' eversione della feudalità (1806) in parte dovute ad acquisti, e in ultima parte confluite attraverso matrimoni con altre famiglie nobili di egual tradizione terriera. Come risulta dagli studi delle molte tesi in agraria condotte sull' azienda, i Gallelli di Badolato sono tra quelle poche famiglie che in Italia applicando il maggiorascato, posseggono la terra ininterrottamente in linea di primogenitura dalla fine del sedicesimo secolo, da quando cioè la famiglia si trasferì in Calabria da Zara. A tale prova rimangono numerosi documenti notarili, tra i quali i contratti di acquisto di terre e proprietà varie, contratti di fitto dei pascoli ai coloni, oltre alle innumerevoli mappe catastali, le più vecchie risalenti al seicento. Altre terre come detto, sono giunte nel patrimonio famigliare, acquistate da antenati, come don Luca, primo barone Gallelli di Badolato, che nel 1666 come risulta da atto notarile, comperò grandi estensioni di terra nei comuni limitrofi a Badolato, oppure don Giuseppe Gallelli, cav. della corona d' Italia, avv. e sindaco dei nobili di Badolato per diciassette anni consecutivi, che nel 1842 comperò considerevoli estensioni di terra, tra le quali anche la famosa tenuta di Pietra Nera, o ancora don Ettore Gallelli, che nel 1874 acquistò la zona a Montepaone lido, all' epoca fiorente pascolo. Altri territori infine come detto, sono entrati nel patrimonio di famiglia, attraverso matrimoni con altre casate nobili, anche esse di tradizione terriera. Bisogna ricordare a tal proposito i matrimoni con i marchesi Alemanni di Catanzaro, e i nobili de Salazar, che estesero gli interessi del latifondo Gallelli nel Catanzarese, o i nobili Campisi di Caulonia che diedero ai Gallelli, proprietà anche nel Reggino. Come in passato la storica azienda agraria dei baroni Gallelli di Badolato, conta 13 operai fissi, che raddoppiano inevitabilmente in prossimità delle campagne olearie, o all' avvicinarsi dell' estate, essendo necessaria in queste circostanze maggiore mano d'opera. Oggi come allora, la passione per la cura della terra, e i suoi frutti, è rimasta immutata da generazione in generazione, oggi come una volta il lavoro è scandito dai ritmi della natura, e dal passaggio delle stagioni. Oggi l’azienda è in mano al barone Ettore Gallelli di Badolato (nato a Trieste il 13.08.1973) che ha ampliato i possedimenti del casato con altri acquisti fondiari, convertendo l’azienda interamente in bio, e riprendendo inoltre antiche colture dimenticate, come il grano senatore Cappelli. Fonte www.agrariagallelli.it

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