CRONACA DI BADOLATO

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Gli avvocati dei baroni Gallelli di Badolato diffidano la Regione Calabria
06/02/2022
Gli avvocati dei baroni Gallelli di Badolato diffidano la Regione Calabria a non consentire più la visione dei faldoni relativi all'azienda agraria dei baroni di Badolato, a persone non autorizzate dagli stessi Gallelli, ai sensi della legge sulla prinacy (Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196); veduto il fatto che in passato i dipendenti della REGIONE CALABRIA DIPARTIMENTO AGRICOLTURA (cittadella regionale di Catanzaro), Domenico Modaffari, Maria Innocente, Giorgio Piraino, Francesco Curcio, Giacomo Giovinazzo, Catanzariti, e Soluri, sono stati tutti denunciati alla Procura della Repubblica per violazione della legge sulla prinacy (Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196); incauta custodia (Art. 2051 c.c.), e abuso d'ufficio (Art. 323 c.p.). Essi avevano infatti acconsentito l'accesso ai faldoni dell'azienda agricola dei baroni Gallelli di Badolato (senza il loro consenso), all'imputato Francesco Larocca (condannato a 7 anni di reclusione in primo grado per estorsione nei confronti proprio dei baroni Gallelli di Badolato, nonchè fratello del genero del Boss Gallelli-macineru, quest'ultimo attualmente detenuto per n'drangheta), che dopo averne fatto domanda, ne ha dunque ottenuto illecitamente la visione, con richiesta del 19 dicembre 2018 e del 27 febbraio 2019. Grazie alla collaborazione di codesti impiegati della Regione Calabria, l'imputato Francesco Larocca riusciva quindi a mettere le mani su tutti i carteggi del faldone relativo alla storica azienda agricola dei baroni di Badolato, compresi i permessi e le concessioni relative ai pozzi d'acqua, alla piscina, ai contributi europei percepiti negli anni per le loro varie attività agricole, nonché tutti i carteggi e i progetti relativi al loro agriturismo sito a Badolato presso la tenuta di Pietranera. Dal detto faldone sarebbero poi spariti i disegni dei gabbioni in pietra sui quali nel 2007 è stata costruita e autorizzata a Badolato la sala dell'agriturismo della tenuta di Pietranera, di proprietà dei baroni Gallelli. Di fatto la condotta criminosa del Francesco Larocca, è stata dunque possibile grazie alla collaborazione degli impiegati della Regione Calabria: Domenico Modaffari, Maria Innocente, Giorgio Piraino, Francesco Curcio, e Giacomo Giovinazzo, Catanzariti, e Soluri, i quali senza controllare la validità della motivazione di accesso agli atti presentata dal Larocca, e senza essere autorizzati dai baroni Gallelli di Badolato (proprietari dei faldoni in questione), e senza infine vigilare sull'integrità documentale dei detti faldoni riconsegnati dal Larocca dopo la loro visione, fornivano illecitamente al Francesco Larocca tutti gli strumenti per attaccare e danneggiare i baroni Gallelli di Badolato, dato che successivamente il Larocca venuto a conoscenza dei carteggi, si attivava con segnalazini strumentali, esposti presso ARCEA, l'ASL, l'ASP, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Calabria, e altri enti, strumentalizzando dunque a suo uso e consumo la pubblica amministrazione contro i baroni di Badolato, come provano tutte le denunce che nei mesi successivi gli avvocati dei Gallelli di Badolato hanno depositato nelle opportune, sedi, legali, competenti, proprio nei confronti del sig. Francesco Larocca e altri membri riconducibili al clan Gallelli-macineju (rei di attuare un nuovo disegno criminoso che rientra nella tipica mentalità mafiosa della rappresaglia, a seguito delle condanne subite in primo grado dalla giustizia). A causa della condotta illecita dei dipendenti Domenico Modaffari, Maria Innocente, Giorgio Piraino, Francesco Curcio, Giacomo Giovinazzo, Catanzariti, e Soluri, impiegati della REGIONE CALABRIA DIPARTIMENTO AGRICOLTURA (cittadella regionale di Catanzaro), la stessa Pubblica Ammistrazione Regionale potrebbe costituirsi parte civile contro codesti dipendenti, nel processo penale che potrebbe scaturire dalle indagini, veduto il danno d'immagine subito dall'ente pubblico. E' infatti passato il messaggio che esponenti della mala vita organizzata, riescono illecitamente ad ottenere da impiegati della Pubblica Amministrazione i carteggi delle aziende delle loro vittime, al fine poi di perseguitarle. Fonte: denuncia penale.

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